A proposito di sostenibilità, anche noi di Conforme nelle scorse settimane ci siamo sottoposti ad un assessment proposto da un importante cliente al fine di definire lo scoring ESG dei propri fornitori.
Cogliamo allora l’occasione per proporvi alcune riflessioni sugli strumenti di scoring ESG (Environmental, Social, Governance), che stanno emergendo come una componente cruciale nelle valutazioni di sostenibilità aziendale. Questi strumenti, utilizzati sia dalle imprese nei confronti della propria catena di fornitura che dalle banche nella fase di accesso al credito delle imprese, servono a misurare e a valutare le performance delle aziende in tre aree fondamentali: ambientale, sociale e di governance.
Non esiste al momento uno standard universale, quindi ogni realtà sceglie il proprio strumento di assessment. In linea di massima però, l’attuale configurazione di questi tool presenta una forte focalizzazione sulle questioni ambientali, spesso a discapito delle dimensioni sociali e di governance. Questo squilibrio potrebbe limitare la capacità degli strumenti di scoring ESG di offrire una valutazione realmente complessiva delle aziende, penalizzando le imprese che hanno basso impatto ambientale (e che quindi sono poco attive in questo campo) ed alto impatto sociale sulla comunità di riferimento.
I punteggi ESG attuali valutano le aziende in base a diversi indicatori ambientali, come l’efficienza energetica, la riduzione delle emissioni di carbonio, la gestione dei rifiuti e l’uso sostenibile dell’acqua. Questi aspetti sono sicuramente cruciali, soprattutto in un contesto in cui le crisi ambientali rappresentano una minaccia esistenziale per l’umanità. Tuttavia, l’enfasi posta su queste metriche a discapito di indicatori di ambito sociale e di governance porta a trascurare aspetti della sostenibilità altrettanto fondamentali per il successo a lungo termine delle imprese e per la loro accettabilità sociale.
A discolpa degli strumenti di scoring, va detto che sul fronte sociale nemmeno le istituzioni europee sono riuscite a produrre una tassonomia di riferimento, che invece si sta consolidando sul fronte ambientale. Le questioni sociali, infatti, sono di difficile misurazione. E’ evidente che c’è più oggettività e misurabilità nel quantificare le emissioni di CO2 delle imprese piuttosto che nel quantificare il benessere che esse producono sui propri dipendenti o – ancor di più – sulle comunità in cui sono insediate. Tuttavia, in un’epoca in cui le aspettative dei consumatori e delle comunità locali sono in continua evoluzione, le aziende che non riescono a gestire, misurare e comunicare adeguatamente queste questioni possono affrontare rischi reputazionali significativi, boicottaggi e persino sanzioni legali.
Il terzo pilastro del framework ESG, la governance, è altrettanto cruciale per la valutazione della sostenibilità di un’azienda. La governance riguarda la struttura di controllo dell’azienda, la trasparenza, l’etica, la gestione del rischio e la responsabilità nei confronti degli stakeholder. Un’adeguata governance aziendale è essenziale per garantire che le politiche ambientali e sociali siano effettivamente implementate e che l’azienda operi in modo responsabile e trasparente. Purtroppo, come per le questioni sociali, anche la governance tende a essere considerata un aspetto secondario rispetto alle metriche ambientali. Questo squilibrio può portare a valutazioni distorte, in cui aziende con politiche ambientali eccellenti ma con carenze significative nella governance ottengono punteggi ESG elevati, nonostante i potenziali rischi associati a una governance debole.
Per rispondere alle critiche e migliorare l’efficacia degli strumenti di scoring ESG, è necessario un riequilibrio nella valutazione delle tre dimensioni. Gli strumenti di scoring dovrebbero adottare un approccio integrato, che consideri in modo equilibrato le performance ambientali, sociali e di governance delle aziende. Questo richiede non solo una revisione delle metriche utilizzate, ma anche una maggiore attenzione alla raccolta e alla qualità dei dati relativi alle dimensioni sociali e di governance.
Le banche e gli investitori, in particolare, hanno un ruolo cruciale da svolgere nel promuovere questo cambiamento. Richiedendo report ESG più dettagliati e equilibrati, possono incentivare le aziende a prestare maggiore attenzione alle questioni sociali e di governance, migliorando così la qualità complessiva delle informazioni disponibili. Questo non solo ridurrebbe i rischi associati a una valutazione incompleta, ma promuoverebbe anche pratiche aziendali più sostenibili e responsabili.
Gli strumenti di scoring ESG sono diventati indispensabili per orientare le decisioni di investimento e promuovere la sostenibilità aziendale. Tuttavia, per essere realmente efficaci, devono evolversi per riflettere in modo più equilibrato l’importanza delle dimensioni sociali e di governance, accanto a quelle ambientali. La sostenibilità aziendale non può essere pienamente compresa né promossa senza un approccio olistico che riconosca l’interconnessione tra le pratiche ambientali, sociali e di governance.
Articolo scritto da
Certificato ESG Conforme srl